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ARMSIDEA “Bozza Battonz Kabaret”

(Italia/Spagna – prima italiana)

qualora ci ricordassimo di valerie solanas per essere l’autrice del tentato omicidio di andy warhol, sparando tre colpi e ferendolo gravemente. noi vogliamo ricordarla soprattutto per essere l’autrice del manifesto s.c.u.m., sul quale si basa questo kabaret.

s.c.u.m. è uno spazio utopico, uno stato d’animo. s.c.u.m. dichiara guerra aperta alla nostra società, al regime carcerario con pareti morbide e invisibili, alla noia del sogno americano, ovvero occidentale, alla potenza egemonica dei maschi eterosessuali, bianchi e ricchi. valerie spara a bruciapelo, dall’inizio e senza preavviso, attraverso il linguaggio della strada, tagliente e senza formalismi, senza la benché minima indulgenza verso la decenza borghese.

dopo l’attentato a warhol, le femministe nordamericane si divisero tra la solidarietà e il ripudio verso di lei. alla sua uscita di prigione, valerie era furiosa con le femministe, perché l’avevano ridotta o a uno sbaglio da evitare o a un modello da imitare, “non hanno capito che ho realizzato un’opera d’arte”.

agli occhi di valerie, le rivendicazioni femministe delle donne bianche, di classe media erano insufficienti. puzzavano troppo di buona coscienza medio borghese. valerie sapeva bene la trappola che prevede sommettersi definitivamente alle condizioni esistenti, stabilite per il macho. o tutto o niente. valerie propone di concludere con lui e con un mondo fatto a sua misura.

 

questo kabaret, tra le altre cose, è un omaggio a valerie solanas, mendicante, puttana, tossica e pazza, con l’intenzione di riscattare la sua opera d’arte e depatologizzare s.c.u.m..


e battonz che significa?

battonz è un'attitudine che emerge tra amiche quando avevamo più o meno 17 anni, vale a dire verso la fine degli anni 90. battonz per noi è simile alla parola marpiona, è la modifica della parola battona.

 
l'emancipazione sessuale di "quelle che battono i marciapiedi', cioè all'epoca del femminile bianco occidentale, ha rappresentato, per noi e per anni, l'unico processo di autonomia femminile visibile. il termine battonz prende in considerazione perciò anche tutte le prostitute che abbiamo visto ai bordi della pontebbana, una lunga strada grigia che univa i paesetti dell'italia del nord-est in cui vivevamo. negli anni '80 battevano su quella stessa strada carla corso e pia covre, pioniere nella lotta per i diritti civili delle prostitute.


battonz è anche un termine di autodeterminazione femminista che ci ha portato a creare relazioni più consapevoli e sane con gli altri. nel 1977 mario mieli in "elementi di critica omosessuale" definisce la sua interpretazione del termine battonare. la definizione che dà è, per certi versi, simile a ciò che noi intendiamo per battonz. battonare significa cercare, spostarsi, essere conosciute-i, mostrarsi, illuminare, essere in attesa di qualcuno da amare.


battonz è anche una pratica femminista di resistenza quotidiana nata e diretta contro i contesti sessisti radicati nel nord italia e nel nord europa. la nostra esperienza vede le società del nord come degli ambienti in cui i femminili non-occidentali, la sessualità femminile occidentale e la vita, più in generale, sono delle caratteristiche svalutate. sebbene l'idea di maschilismo sia comunemente associata a dei contesti meridionali, troviamo che il settentrione sia caratterizzato da un tipo di sessismo strutturale che sottomette sia le donne occidentali che i femminili non-occidentali a dei processi di mascolinizzazione costanti.

la transizione liberale dei paesi dell'europa dell'ovest mette in questione anche la sessualità e si è prodotta attraverso due tipi di mentalità diverse: una prevede il sesso come tabù, ciò che mantiene l'oppressione femminile e un intero sistema di valori basati sulla non parità strutturale, l'altro è un liberismo estremo, soprattutto nei rapporti interpersonali e sessuali, che conduce al consumo e al desiderio costante di qualcosa di nuovo, anche sul piano relazionale o in termini di amore.

l'attitudine battonz ci permette di organizzarci nella ricerca di nuovi riferimenti, soprattutto per sviluppare risposte diverse da quelle già proposte in occidente sul piano culturale. essere donna in europa occidentale ci sottopone continuamente alla dicotomia tra santa e puttana. la figura della madre in europa occidentale ha portato necessariamente a coinvolgere le donne nel sostegno di un dato sistema di sviluppo di origine coloniale, basato sullo sfruttamento.

l'attitudine battonz ci ha spostato in una nuova posizione sia ironica che critica rispetto al sistema di valori in cui siamo cresciute. questo è anche un posizionamento che ci permette l'incontro con altre diaspore attraverso una capacità ironica che cerchiamo di condividere con le-gli altre-i. questo posizionamento ci situa nella ricerca di qualcuno che ci aiuti a smantellare i valori bianchi del liberalismo europeo a cui siamo legate e di cui, crescendo qui, siamo in qualche modo i simboli. inizialmente, l'incapacità di trovare il nostro posto nei ruoli di madre, santa o puttana ci ha fatto sentire pazze, non volute o diverse.

tuttavia, si tratta di un'attitudine che ci dà nuove risorse da condividere, soprattutto in termini di lotta femminista impostata in una prospettiva postesotica.

 

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